La Cittadella

La cappella gentilizia

Il palazzo dei Franzoia disponeva al suo interno di un piccolo oratorio privato. Ma, dopo l'acquisizione  del titolo nobiliare, i Franzoia decisero di restaurare a loro spese la chiesetta di Colmirano dedicata a San Giacomo Maggiore Apostolo.

La chiesetta di San Giacomo

La chiesetta era stata edificata nel 1327 per volontà testamentaria del conte Iacopino Sacchetto da Colmirano, residente a Treviso in contrada Duomo, che riservò ai propri eredi il giuspatronato della chiesetta, con facoltà di nominare il prete officiante.
Il prete aveva l'obbligo di risiedere nella piccola canonica annessa alla chiesetta. A lui e alle necessità della chiesetta era riconosciuta una rendita annua di 20 soldi grossi.
Il primo sacerdote rettore della chiesa fu Albertino da Colmirano, del fu Guariento da Colmirano, nipote di Iacopino Sacchetto da Colmirano, e la chiesa fu considerata sin dalle origini dipendente dalla chiesa matrice di S. Odorico (S. Ulderico, chiamata dal popolo San Dorigo) di Campo, a sua volta dipendente dalla pieve di Quero.
Raggiunta la condizione di agiatezza, i Franzoia acquisirono il giuspatronato della chiesetta, la fecero restaurare e la utilizzarono come cappella gentilizia, mantenendovi un sacerdote a loro spese.
Stando ai racconti tramandati dagli anziani di Colmirano, ma non confermati da ritrovamenti, la chiesetta era raggiungibile dal palazzo dei Franzoia attraverso un passaggio sotterraneo.
La chiesa è giunta a noi nell'attuale forma barocca dopo numerosi rimaneggiamenti e restauri succedutisi nel corso dei secoli.
La pala che orna l'altare della chiesetta fu dipinta nel 1927 dal pittore Giulio Ettore Erler (Oderzo 1876 - Treviso 1964) e raffigura San Giacomo Apostolo "Matamoros", con qualche variantee rispetto a come il santo è rappresentato nella tradizione spagnola. 

Colmirano. L'altare maggiore della chiesetta di San Giacomo Maggiore Apostolo (Foto Luca Fasolato)
Il pittore Giulio Ettore Erler (Oderzo 1876 - Treviso 1964)

Santiago "Matamoros"

Secondo la tradizione, San Giacomo fu l'evangelizzatore della Spagna ma, deluso dallo scarso esito che sembrava avere la sua opera, stava tornando a Gerusalemme, quando la Vergine gli apparve su una colonna (pilar) presso Saragozza rassicurandolo sull'esito della sua opera. Nel luogo della visione poi fu costruito un frequentatissimo santuario dedicato alla Santa Vergine del Pilar.
Tornato a Gerusalemme, San Giacomo fu ucciso per ordine di Erode Agrippa, divenendo così il primo apostolo martire. I suoi seguaci ne trafugarono la salma, che giunse in modo miracoloso fino all’estremo nord-ovest della Spagna. Qui San Giacomo fu sepolto ma il suo sepolcro fu dimenticato per secoli. Finché nell’812-814, agli inizi della lotta contro i Mori, fu riscoperto dall'eremita spagnolo Pelagio, che rilanciò il culto dell'Apostolo.
Invocato dai combattenti cristiani che stavano per soccombere contro i Mori, San Giacomo comparve durante la battaglia di Clavijo (23 maggio 844)  in forma di cavaliere armato su un cavallo bianco e con il  vessillo crociato. San Giacomo  si pose alla testa dei Cristiani che sotto la sua protezione vinsero la battaglia. Da allora San Giacomo fu chiamato dagli Spagnoli Santiago Matamoros ("Ammazzamori").
Nel 1075, sul luogo in cui si riteneva fosse il sepolcro di San Giacomo, sorse il santuario di Santiago de Compostela, che divenne famoso in tutta la cristianità ed è tuttora meta delle migliaia di pellegrini che ogni anno intraprendono a piedi il "Cammino di Santiago".

Colmirano, chiesetta di San Giacomo, pala d'altare di Giulio Ettore Erler: "San Giacomo Maggiore appare durante la battaglia di Clavio" (1927).