L'Economia

La manifattura della carta

La produzione cartaria della Serenissima si sviluppa all'inizio del Trecento e ben presto diviene la più importante in Italia. Nel Quattrocento la manifattura della carta si sviluppa anche nella Terraferma con poli di produzione a Salò, Ceneda e Serravalle. Nel secolo successivo la manifattura si diffonde in tutto il Pedemonte Veneto con poli produttivi nel Vicentino e nell'Alto Trevisano che sfruttano i corsi d'acqua naturali, nonché la Brentella di Pederobba e la Piavesella di Nervesa. La produzione alimenta le numerosissime tipografie veneziane ed è esportata in grandi quantità nell'Impero Ottomano e in Europa, dove è particolarmente apprezzata per l'elevata qualità. 

La nascita del settore 

La carta fece la sua prima apparizione negli scriptoria dei monasteri e delle cancellerie del Veneto intorno al 1200 ma faticò molto ad essere accettata, a causa della sua deteriorabilità. In un editto del 1221 l'imperatore Federico II ne vietò addirittura l'uso negli atti pubblici e anche le leggi vigenti a Padova e in altre città del Veneto negavano validità agli atti legali redatti su carta e imponevano l'uso della pergamena.
All'inizio la carta era importata dal Medio Oriente e dal Nord-Africa. Poi iniziò ad essere fabbricata anche in Italia. La prima cartiera sorse nel 1264 a Fabriano, nelle Marche (allora Stato Pontificio), e subito dopo comparvero le prime cartiere anche nella Repubblica Serenissima, che in breve tempo conquistò il primato in Italia per volumi di produzione.
La carta era fatta utilizzando le fibre di lino e di canapa (più tardi anche il cotone) che venivano ridotte in pasta attraverso la macerazione e la macinazione per battitura in acqua calda. Poi si iniziarono a utilizzare come materia prima anche gli stracci, che erano macinati utilizzando batterie di martelli azionati dalla forza idraulica, le cosiddette "pile".
Con l'adozione della forza idraulica, anche la produzione della carta, come quella della lana e della seta, finì col concentrarsi dove esistevano corsi d'acqua aventi portata sufficiente per garantire l'azionamento delle ruote idrauliche e anche l'acqua necessaria per il processo di produzione.

Pila a martelli multipli ad azionamento idraulico per la triturazione delle fibre (Museo della carta di Fabriano)

Raccolta delle fibre nel telaio (Museo della carta di Mele)

Lo sviluppo

L'uso della carta si affermò gradualmente nel corso del Quattrocento e del Cinquecento, in parallelo con lo sviluppo della stampa a caratteri mobili, che ebbe a Venezia uno dei massimi centri di diffusione a livello europeo. Nella Terraferma veneta si svilupparono inizialmente due poli produttivi della carta: uno intorno a Salò sul lago di Garda e l'altro nell'area di Ceneda e Serravalle.
Le famiglie aristocratiche di Venezia e della Terraferma, alla continua ricerca di occasioni di investimento, trovarono conveniente investire nella realizzazione delle cartiere che poi affittavano a maestri cartai sovvenzionando anche l'avviamento delle attività. Dai cartai erano remunerati attraverso la fornitura di partite di carta che potevano collocare sul mercato interno in regime di privativa e sul mercato estero in regime di concorrenza.
Con questo sistema la manifattura della carta ebbe notevole impulso e si sviluppò per tutto il Seicento soprattutto nella fascia pedemontana, con la nascita di altri poli produttivi nel Vicentino e nell'Alto Trevisano che sfruttavano sia i corsi d'acqua naturali sia i due canali, la Brentella di Pederobba e la Piavesella di Nervesa, realizzati in origine per garantire le forniture idriche per gli usi umani e agricoli e poi utilizzati anche per le applicazioni della forza idraulica.

Deposizione del foglio (Museo della carta di Mele)

L'espansione

La produzione cartaria continuò a crescere nel Settecento, quando i distretti cartari nella Serenissima erano ormai diventati una dozzina nelle aree di Bergamo, Brescia, Salò, Verona, Vicenza, Padova,  Bassano, Vas, Treviso, Ceneda, Belluno, Sacile e Pordenone.
Oltre al consumo interno, la carta veneta era esportata in grandi quantità nell'Impero Ottomano e in Europa, dove era particolarmente apprezzata per l'elevata qualità.
Nel mondo anglosassone la carta prodotta a Venezia era molto ricercata, in particolare, dai copisti di spartiti musicali, mercato nel quale la produzione veneziana riusciva regolarmente a battere la concorrenza olandese.

Torchio per la pressatura dei fogli (Museo delle cartiere di Oliero)