Tra i personaggi di spicco della Colmirano dell'epoca veneziana ci fu il sacerdote e insigne latinista Egidio Forcellini.
Nacque il 26 agosto 1688 da Bernardino ed Elisabetta Forcellini nella località denominata Faveri o Faori ("fabbri"), denominazione che derivava dalla presenza di fucine da fabbro che sfruttavano la forza idraulica dei torrenti. All'epoca la località Faveri era parte del territorio del comune di Colmirano. Alcuni degli opifici presenti in loco appartenevano alla famiglia Franzoia e gli stessi Forcellini erano proprietari di un maglio lungo il Tegorzo.
Nel 1704, all'età di quattordici anni, Egidio entrò nel seminario di Padova dove frequentò, tra le altre materie, il corso di grammatica superiore. Constatando le sue spiccate doti per la lingua latina, Jacopo Facciolati, famoso latinista dell'epoca e prefetto degli studi (direttore) del seminario, fece di Forcellini il suo più stretto collaboratore.
Facciolati coinvolse subito il giovane Forcellini nella revisione critica del lessico del frate Ambrogio Calepio, volume che gli studenti e i professori chiamavano comunemente "Calepino delle sette lingue". Il lavoro, svolto in massima parte da Forcellini, sfociò nel 1718 nella pubblicazione di una nuova edizione del "calepino", senza che il Facciolati mettesse nella dovuta evidenza il fondamentale contributo del Forcellini, limitandosi a menzionarlo di sfuggita nella prefazione dell'opera.
Negli anni successivi Forcellini divenne professore di retorica presso il seminario vescovile di Ceneda. Nel 1731 tornò a Padova, per dedicarsi a tempo pieno agli studi lessicali e alla redazione del Totius Latinitatis Lexicon, opera imponente sulla quale avrebbe speso quarant'anni di lavoro e che sarebbe stata pubblicata postuma nel 1771.
A Padova Forcellini si mantiene in costante contatto epistolare con la famiglia Franzoia di Colmirano, e aiuta Troiano e Maurizio, figli del conte Giovanni Battista, rispettivamente di 13 e 12 anni, ad entrare in seminario. Ne riferisce in una lettera del 23 ottobre 1742 indirizzata al padre Giovanni Battista Franzoia: "Questa sera i vostri figliuoli si son vestiti da seminaristi, e sono entrati in gabbia, per quanto si vede anche di buona voglia. Con quella papalina in capo compariscono più grassi di quel che parevano colla parrucca" (A. Dal Zotto, Umanità e spiritualità di Egidio Forcellini lessicografo, in Fonti e ricerche di storia ecclesiastica padovana, Volume II, Padova 1969, pag. 327). Forcellini parla ancora dei rampolli Franzoia in una lettera da Padova del 10 gennaio 1742 indirizzata al fratello Marco: "Maurizio in iscuola si mostra più ingegnoso e spiritoso.; né men Troiano si lascia battere" (Lettere al fratello Marco, Padova 1876).
Il Lexicon di Forcellini suscitò grande ammirazione negli ambienti culturali europei e costituì da allora - e tale resta anche oggi - il riferimento principale per tutti i lessici della lingua latina.
Forcellini morì nella casa di famiglia in località Faveri il 5 aprile 1768 senza avere avuto la soddisfazione di conoscere il grande impatto culturale della sua immensa opera, che fu stampata solo l'anno successivo. I resti dell'insigne lessicografo riposano nella chiesa parrocchiale di S. Ulderico a Campo, dove era stato battezzato.
I manoscritti autografi del Lexicon di Forcellini sono tuttora conservati nella Biblioteca Antica del Seminario Vescovile di Padova.
Lettera da Colmirano
Marco Antonio Forcellini, fratello minore di Egidio, anch'egli canonico, apprese della morte del fratello dal nipote, Bernardino, che gli indirizzò la seguente lettera:
Colmiran 7 aprile 1768
Piacque al Signore Iddio levar di questo mondo il mio fratello e mio zio e padre d. Egidio; perdita per me assai grande. La mia casa è andata in pezzi, parlando fuori della sacrestia: sia fatta però la volontà di Dio.
Si ammalò il giovedì santo di sera, dopo essere stato alle funzioni della chiesa parrochiale, di mal di petto; ed il martedì alle 22 circa, terza festa di Risurrezione, spirò con sentimenti cristiani e santi, terminando la vita con le orazioni.
L'abbiamo sepolto da povero, non avendogli trovato potere maggiore. Tutti li signori della pieve furono alli funerali; e li signori Franzoia e Casamata, per quanto ho inteso, gli hanno fatta fare per il sig. dott. Corrà l'orazione funebre.
Tutti di casa con affetto la riveriscono, pregandole dal cielo ogni benedizione, ed io riverentemente le bacio le mani.
Umiliss. Devotiss. Obbligatiss. Nipote
Bernardino Forcellini
La lettera è datata "Colmiran", comune cui all'epoca apparteneva la località Faveri dalla quale scriveva Bernardino.
[Lettere di Egidio Forcellini al fratello Marco, Tipografia del Seminario, Padova, 1876].
Le intemperanze
di Jacopo Facciolati
Per molti anni l'attività di Egidio Forcellini si svolse all'ombra dell'ingombrante figura di Jacopo Facciolati, emerito latinista nato a Torreglia, sui Colli Euganei, nel 1682. Si chiamava in realtà Giacomo Fasolato ma, ritenendo il nome troppo volgare, lo aveva cambiato in Jacopo Facciolati. Aveva l'incarico di prefetto degli studi (direttore) presso il Seminario maggiore vescovile di Padova. Scoperte le capacità di Forcellini, ne fece il suo più stretto collaboratore, salvo trascurare di riconoscerne i meriti.
Contrariamente al Forcellini, il Facciolati sapeva coltivare le pubbliche relazioni, che lo portarono ad avere un rapporto privilegiato con il cardinale Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova, che lo aveva preso sotto la propria ala protettiva fin dal 1694, raccomandando la sua ammissione al collegio per nobili del Tresto (PD), nonostante la famiglia del Facciolati fosse di estrazione umile.
L'altezzoso latinista, che aveva trascurato di evidenziare quale fosse stato il contributo dato dal Forcellini alla revisione del lessico di Ambrogio Calepio (il "calepino"), tentò successivamente di accreditare sé stesso quale redattore del Totius Latinitatis Lexicon. E per poco non ci riuscì, visto che, pur maggiore di sei anni di età rispetto al Forcellini, gli sopravvisse di un anno.
Facciolati, in effetti, nel 1730 aveva ricevuto l'incarico di redigere il Lexicon dal vescovo di Padova Ottoboni. Ma subito aveva richiamato a Padova Forcellini, che ricopriva la cattedra di retorica presso il seminario vescovile di Ceneda, e gli aveva trasferito l'incarico, riservandosi il ruolo di "supervisore", mentre si dedicava alla pubblicazione di altre opere meno impegnative.
Forcellini portò a termine il difficile incarico nel 1768, poco prima di morire, dopo ben 38 anni di lavoro. Scomparso Forcellini, Facciolati non seppe resistere alla tentazione di pubblicare il Lexicon a proprio nome. Ma stavolta il vescovo si oppose e, scomparso anche Facciolati nel 1769, fece stampare l'opera con il frontespizio recante la specificazione "consilio et cura Jacobi Facciolati" ma attribuendo con chiarezza "opera et studio" a Egidio Forcellini.
A vendicare Forcellini delle intemperanze del Facciolati fu il fratello minore di Egidio, Marco Antonio (1712-1794), canonico, pedagogo e letterato, più giovane di Egidio di ben ventiquattro anni, che Egidio chiamava affettuosamente "Marcolinetto". Marco mise in ridicolo il Facciolati nella satira Un giorno di carnovale in Parnaso. La satira, pur circolando in forma manoscritta, rimase inedita. Ma il manoscritto si conserva tuttora presso la biblioteca del Seminario di Padova. Un'altra bordata contro il Facciolati ebbe per oggetto la Storia dell'università di Padova dettata dal Facciolati stesso, opera che Marco ebbe l'incarico dai Riformatori di sottoporre a revisione critica. Il risultato della revisione fu che l'opera fosse "vituperevole all'Università", ragione per la quale i Riformatori ne disposero il ritiro dal commercio (Antonio Franceschi, Biografia di Marco Antonio Forcellini, Tip. Andreola, Treviso 1837, p. 14).