Personaggi

Francesco Dominici


Nacque intorno al 1543 (secondo altri intorno al 1530) da Domenico Fugazza di Colmirano e da Elisabetta Bressanin. Da adulto assunse il patronimico Dominici, ritenendo che il cognome Fugazza fosse troppo volgare. Nel 1569 si unì in matrimonio con Elisabetta Soran, figlia di Francesco Soran, che in precedenza aveva esercitato a Treviso il mestiere di oste all'insegna della Sirena. Il contratto di matrimonio fu stipulato presso il notaio Francesco Consino di Treviso.

Di Francesco Dominici ci sono pervenute solo tre opere, tutte e tre del 1571:

- un ritratto su tavola del letterato e storico trevisano Bartolomeo     Burchielati, conservata a Treviso, nel tesoro della cattedrale;
- una scena allegorica dipinta sul retro del ritratto precedente;
- una Processione della Santissima Annunziata, realizzata per la Confraternita della Vergine e conservata nella sacrestia del duomo di Treviso

In queste sue opere, il Dominici appare dotato di notevoli capacità ritrattistiche, ispirate ai modi del Tintoretto e di Iacopo Bassano.

Il quadro della Processione, indetta dal Vescovo di Treviso in segno di ringraziamento per la vittoria nella battaglia di Lepanto del 1571, ha un notevole valore documentario, in quanto rappresenta l'architettura del Duomo e della città di Treviso quale appariva prima dei rifacimenti del XVIII e XIX secolo. Il Burchielati scrisse che nel dipinto della Processione il Dominici aveva inserito numerosi ritratti di personaggi a lui ben noti, tra cui quello del pittore stesso e del vescovo Giorgio Cornaro. Il quadro offre in effetti un vivido squarcio del costume e della scena urbana dell'epoca, destinata a subire in seguito notevoli trasformazioni.

L'autoritratto del pittore è probabilmente l'ultima figura a sinistra del corteo che si snoda in primo piano. Questa ipotesi è avvalorata dalla presenza della scritta "F.D. F 1571", interpretabile come "Franciscus Dominici Fecit 1571", incisa su un dado di pietra raffigurato in basso a sinistra nel dipinto proprio in corrispondenza dell'ultimo personaggio.

Il piccolo Ritratto di Bartolomeo Burchielati presenta l'incisiva caratterizzazione fisionomica tipica di Iacopo Bassano. Il rovescio del ritratto, separato successivamente segando verticalmente il supporto,  reca dipinta una composizione allegorica d'ispirazione schiavonesca nella quale sono raffigurati tre muratori impegnati in una costruzione. Quest'ultima è circondata dall'iscrizione: "Cur lapidem reprobas improba turba fabrum qui muri fundamen erit iungetq. dirempta".

Esistono testimonianze di altre opere del Dominici che non ci sono giunte. Il Burchielati segnala un Ritratto a mezzo busto e una Cacciata dei mercanti dal Tempio. Il Ridolfi scrive di affreschi del Dominici nel palazzo alla Roia e in una villa a Trebaseleghe appartenenti alla famiglia Tiretta, lavori che esistevano ancora al tempo del Federici (1803). Infine, Crowe e Cavalcaselle, alla fine dell'Ottocento, ricordano un dipinto, nella collezione Cheney a Londra, recante la scritta "Fran… Dominici s. e. a. XXV". Di quest'ultimo dipinto si erano già perse le tracce al momento dell'edizione curata dal Borenius (1912) del loro studio sulla pittura italiana.

Nel 1574 la madre del Dominici, Elisabetta Bressanin, fece testamento nominando eredi universali lui e i due fratelli Bernardino e Laura. Ma la madre sopravvisse a lungo al figlio. Secondo il Burchielati, infatti, Francesco Dominici morì sei anni dopo aver dipinto la Processione del duomo, ovvero nel 1578, all'età di soli trentacinque anni.

Francesco Dominici, Processione della Santissima Annunziata, 1571 (Treviso, Sacrestia del Duomo)