Personaggi

Romagno
da Colmirano


Romagno da Colmirano fu un notaio attivo nel territorio di Treviso intorno al 1340 del quale non si hanno molte notizie.  

Dai documenti sappiamo che nel 1344, allora in veste di sindaco del comune di Nervesa, comparve davanti al magistrato trevisano che si occupava delle vie pubbliche per chiedere  alcune esenzioni fiscali a vantaggio di Nervesa in quanto quella comunità doveva farsi carico della manutenzione delle Vie Ungaresche da Treviso fino al Piave. Erano chiamate così le vie che andavano verso il Friuli e che nel X secolo erano state battute dalle incursioni degli Ungari. 

Interrogato dal magistrato, il cancelliere del comune di Treviso Meneghello Ingoldeo dal Legname confermò la fondatezza di quanto rivendicato dalla comunità di Nervesa, ricordando che il patrizio veneziano Nicolò Priuli, podestà di Treviso, aveva effettivamente stabilito che gli abitanti ed il comune di Nervesa dovessero "Aptare et in conço tenere predictas vias ungarescas", e che per fare la stessa cosa sulla strada del Canale di Quero (l'attuale Via Feltrina) i comuni della pieve di Quero (tra i quali Colmirano) godevano di un’esenzione. Così Nervesa ottenne l'esenzione richiesta.

Il nome di Romagno da Colmirano è citato anche in un documento del 1347 nel quale il patrizio veneziano Marin Falier, allora podestà di Treviso, ordina al banditore di esortare i cittadini di Treviso a partecipare al palio podistico di Noale,  feudo retto all'epoca dai Tempesta, Avogari (advocati, chiamati a, incaricati) del vescovo di Treviso, titolare del feudo.  Ecco quanto si legge nel documento (Giambattista Verci, Storia della Marca Trevigiana e Veronese, Tomo XI, Storti, Venezia 1789, pp. 84-85):

"Nell'anno della nascita del Signore 1347, indizione quindicesima, venerdì 18 maggio, a Treviso, nel Palazzo comunale, alla presenza del nobiluomo Schenella conte di Collalto, del notaio Romagno da Comirano, del notaio Berendo de Viachino e di altri, il nobiluomo e potente signore Marin Falier, onorabile podestà di Treviso, ordinò e diede incarico a Marino ragazzino, banditore del comune di Treviso, di proclamare ad alta voce secondo l'uso dei banditori: chi vuole correre al palio podistico che organizzano e sono soliti organizzare i signori Avogari nel loro castello di Noale nella festa di Pentecoste, si rechi in quel luogo. E chi corre di più avrà il palio predetto, e l'ultimo sarà imbrattato e schiaffeggiato con colore nero ovvero con carboni".

Non sappiamo quale sia stato il risultato di quel palio (che si corre ancora oggi a Noale) né che fine abbia fatto Romagno da Colmirano. Ma sappiamo bene che fine fece il podestà Marin Falier.

Nel 1354, dopo una lunga carriera, all'età di ottant'anni Marin Falier fu eletto doge di Venezia. Dopo qualche tempo, in seguito a contrasti con esponenti della classe patrizia, si convinse che la carica di doge non dovesse più essere elettiva ma ereditaria. Organizzò quindi un colpo di stato che avrebbe modificato in tal senso l'ordinamento veneziano. 

La congiura fu scoperta e Marin Falier fu arrestato e condannato a morte. La sentenza fu eseguita il 17 aprile 1355 nel cortile del Palazzo ducale. Nella sala del Maggior consiglio, l'effige di Marin Falier, che era stata dipinta accanto a quelle dei dogi predecessori, fu cancellata e sostituita con un drappo nero recante la scritta in latino "Questo era il posto di Marin Falier decapitato per i suoi crimini".

L'abazia di S. Eustachio di Nervesa come appariva nel Settecento. Qui Giovanni della Casa tra il 1551 e il 1555 scrisse il Galateo.

Noale. Resti del castello dei Tempesta

Venezia, Palazzo Ducale, Sala del Maggior consiglio: il drappo nero che ha sostituito il ritratto del doge Marin Falier