La storia

L'epoca veneziana

Tra il 1388 e il 1420 la Repubblica Serenissima riesce a debellare tutti i potentati locali e ad unificare sotto il proprio dominio il territorio compreso tra l'Adda e l'Isonzo, che si somma ai possedimenti veneziani d'oltremare. Inizia allora per il Veneto un periodo di coesione sociale e di sviluppo che fa della Serenissima la prima potenza europea in termini sia economici che militari, capace di resistere a tutte le potenze europee coalizzate nella Lega di Cambrai. La Serenissima avvia nella Terraferma veneta un processo di risistemazione fondiaria e idraulica che cambia radicalmente il tenore di vita delle popolazioni.

La pace veneziana

Assunto stabilmente nel 1388 il controllo di Treviso, Venezia iniziò la sua espansione nella Terraferma veneta. Il processo si completò nel 1420 con la conquista di tutto il Friuli, in precedenza territorio del Patriarcato di Aquileia, vastissimo feudo controllato direttamente dalla casa imperiale d'Austria.
Durante questo periodo la Serenissima dovette combattere contro Francesco I da Carrara e il re d'Ungheria Sigismondo. La Conca di Alano e Quero fu territorio di confine conteso tra le armate, finché nel 1419 i Veneziani conquistarono in via definitiva Feltre e Belluno, facendo venire meno la funzione difensiva delle Chiuse di Quero e di Anzù e del Castel Novo, che da allora non ebbero più un ruolo militare.
Per i territori sottoposti al dominio della Serenissima cominciò un lungo periodo di pace e di buon governo che, ponendo fine alle continue dispute e guerre che avevano caratterizzato il Medioevo, favorì la pacificazione e il graduale sviluppo economico e sociale dei territori.
Alla fine del Quattrocento Venezia era diventata la maggiore potenza europea dal punto di vista sia militare sia economico e si distingueva nettamente dagli altri potentati europei per l'ordinamento di tipo repubblicano anziché monarchico, per il rispetto del diritto e per la centralità dell'economia negli interessi del governo. La Serenissima fu in tal senso il primo stato moderno d'Europa, con un assetto politico stabile, l'assenza di tensioni interne e una fiorente economia fondata sul commercio internazionale e sulle attività finanziarie.
Nel Quattrocento il modello economico veneziano era studiato da tutte le altre potenze europee come esempio da imitare. A Venezia, per approfondire lo studio delle tecniche bancarie, soggiornarono a lungo anche i Fugger di Augsburg, i maggiori banchieri europei dell'epoca, che avevano tra i loro clienti la casa imperiale d'Asburgo e il Papa. A Venezia nacquero le tecniche contabili moderne, che portarono alla messa a punto della partita doppia, metodo contabile commerciale che da Venezia fu esportato in tutto il mondo.

Il leone alato di San Marco, simbolo della Repubblica Serenissima

Espansione di Venezia nella Terraferma veneta

Possedimenti veneziani nel Mediterraneo.

La guerra cambraica

L'unica parentesi alla pax venetiana e al buon governo dei territori fu all'inizio del Cinquecento la guerra scatenata contro Venezia dalla Lega di Cambrai, voluta e orchestrata dal papato che intendeva punire Venezia per avere sottratto alla Chiesa la Romagna, in precedenza governata dispoticamente da Cesare Borgia, figlio illegittimo di papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia.
Con la lega di Cambrai, stabilita nel 1508, papa Giulio II della Rovere riuscì a coalizzare contro Venezia tutte le potenze europee dell'epoca: Austria, Germania, Ungheria, Spagna, Francia, Stato della Chiesa, Regno di Napoli, Ducati di Ferrara e di Savoia e Marchesato di Mantova, con la sola eccezione dell'Inghilterra.
Lanciata da papa Giulio II la scomunica contro Venezia, il 14 maggio 1509 l'esercito della Lega attaccò e sconfisse quello della Serenissima ad Agnadello, sull'Adda, ed occupò rapidamente tutti i territori veneziani, con la sola eccezione delle lagune veneziane. Costretta a difendersi per sopravvivere, la Serenissima avviò un contrattacco che, grazie anche a un'accorta politica diplomatica che rovesciò le alleanze, la portò a riconquistare tutti i territori perduti.
Nel corso della guerra, che  con i suoi strascichi durò fino al 1516, tutto il territorio pedemontano veneto, inclusa la conca di Alano e Quero, subì gravi distruzioni. Tutti i paesi del territorio compreso tra Feltre e Treviso furono saccheggiati e arsi. Feltre fu conquistata e saccheggiata per due volte dalle truppe imperiali nel 1509 e nel 1510 ed emerse dal conflitto completamente distrutta e spopolata.
Ma, ristabilita la pace, Venezia iniziò l'opera di ricostruzione che in pochi anni cancellò ogni traccia della guerra.

Allegoria della vittoria di Venezia contro la Lega di Cambrai (Venezia, Palazzo Ducale)

Feltre, Piazza Maggiore. Sulla colonna, il leone di San Marco

Lo sviluppo dell'economia

Per i tre secoli successivi il dominio veneziano si tradusse in tutto il territorio della Serenissima in un periodo di pace, buon governo e sviluppo economico, che fece crescere notevolmente il commercio, le attività agricole e le nascenti attività manifatturiere preindustriali.
Venezia impostò il governo del territorio lasciando larghi margini di autonomia alle città venete, che poterono conservare i loro statuti. Il potere della Serenissima si estrinsecava nella nomina di Rettori, tutti appartenenti al patriziato veneziano: nei centri di maggiori dimensioni il Podestà, con funzioni amministrative e giurisdizionali, e il Capitano con funzioni militari; nei centri minori, una sola delle due figure, con poteri estesi a quelli dell'altra figura. La carica di Rettore conferita dal Maggior consiglio era obbligatoria per chi ne era investito: il patrizio veneziano che se ne fosse sottratto avrebbe dovuto pagare un'ammenda particolarmente onerosa.
I Rettori ricevevano la cosiddetta commissione, documento che specificava i limiti del loro mandato, ed esercitavano il loro ruolo nel rispetto degli statuti comunali previgenti, sotto il controllo dei consigli cittadini preesistenti e sotto la supervisione del governo centrale veneziano, che si avvaleva a tale scopo di appositi Sindaci itineranti, cui le municipalità e i singoli cittadini potevano fare ricorso in qualsiasi momento.
Con il tempo, gli statuti cittadini furono riformati in modo tale da uniformare le giurisdizioni eliminando solo le difformità più evidenti.

Giambattista Tiepolo: Venezia riceve i doni del Mare (Venezia, Palazzo Ducale)

Gerolamo Bassano, Caterina Corner, regina di Cipro, riceve le chiavi di Asolo
Cippo ritrovato nell'alveo del Piave nei pressi dell'opera di presa del canale Brentella

MOLTI GUARDANO
E  POCHI SE NE INTENDONO
E QUANDO IL LAVORO
È FINITO
MOLTI VORREBBERO CORREGGERLO
1585

L'epoca veneziana fu caratterizzata da un modello di governo di tipo repubblicano, laico e (per quei tempi) liberale, contrapposto al modello monarchico feudale, antiriformatore e antisemita adottato dagli altri governi europei, più sensibili di Venezia alle pressioni politiche e morali esercitate dal papato.
Nel territorio della Serenissima gli Ebrei ebbero sempre la libertà di esercitare le loro attività commerciali e finanziarie, e le ingerenze della chiesa romana e dell'Inquisizione furono sempre controllare e limitate dal governo veneziano, con notevoli benefici per lo sviluppo delle attività economiche.
La Serenissima avviò nella Terraferma un processo di risistemazione fondiaria e idraulica che cambiò radicalmente il tenore di vita delle popolazioni. Importanti realizzazioni in tal senso furono la Brentella del Piave, realizzata tra 1440 e il 1450, e la Piavesella di Nervesa, realizzata tra il 1465 e il 1490. Le due opere di canalizzazione consentirono di risolvere secolari problemi di irrigazione delle colture e di fabbisogno idrico delle popolazioni, e resero possibile anche nell'alta pianura veneta lo sviluppo degli opifici idraulici.

La Brentella del Piave (Archivio di Stato di Treviso)